Pacchetto Sicurezza: Non si alzino muri per legge sull’immigrazione, la sola risposta seria è un’ampia e coerente politica di cooperazione internazionale

Roma, 15 maggio 2009

Le ONG del CINI manifestano seria reoccupazione sulle scelte politiche connesse al Pacchetto Sicurezza approvato dal Parlamento e sulle politiche di mero contenimento emergenziale dei flussi migratori attuate in questi mesi. Simili scelte non risolvono la questione dell’immigrazione anzi la complicano; si preferisce alzare i muri senza considerare le radici profonde di queste migrazioni e delle tragedie che portano milioni di uomini e donne, spesso loro malgrado, a spostarsi dal Sud del mondo verso il Nord. Un fiume in piena che tracima sulle sponde del benessere.

Le misure adottate offendono profondamente il principio universale di uguaglianza degli esseri umani senza distinzione di lingua, di religione, di razza ma soprattutto mostrano una grave incomprensione delle sfide globali cui il mondo è chiamato a rispondere nei prossimi anni, specie in termini di giustizia sociale. Il Governo Italiano ha smesso di impegnarsi nella cooperazione internazionale ed ha più che dimezzato, in un solo anno, i relativi fondi. Cosicché quella fra le linee strategiche, che più di altre è idonea a creare relazioni sociali, economiche e culturali equilibrate e serie garanzie di prevenzione dei conflitti sociali planetari, è stata praticamente cancellata dall’agenda di questo Governo.

È la cooperazione internazionale infatti che permette un equilibrio universale tra uomini e donne, tra popoli, culture, costumi e religioni. E’ la cooperazione il vero strumento di sicurezza, giustizia, stabilità e pace, un motore di integrazione e di prevenzione delle anomalie migratorie. Ci appelliamo a tutte le forze politiche, senza alcuna distinzione di schieramento, perché recuperino il senso di responsabilità verso la comunità internazionale, promuovendo processi di lungo periodo volti a sconfiggere la povertà, vera sorgente delle tragedie migratorie in atto, ed a prevenire le tante forme di vulnerabilità ad essa correlate, a cominciare dall’inaccettabile fenomeno di sfruttamento dei migranti e di traffico di esseri umani.

Il nostro è un appello a maggioranza ed opposizione, così come alle migliori espressioni della cultura e del pensiero di questo Paese, a non tradire la sua grande tradizione storica di lotta alle proprie indimenticabili povertà di ieri e di impegno a promuovere serie alternative per i suoi migranti, a non dimenticare mai i giorni della fame e delle tristi partenze dei nostri padri.

Non possiamo chiudere gli occhi davanti al più elementare dei diritti umani: il diritto di vivere in pace. Si inverta la rotta e si promuova una vera cultura della cooperazione fra i popoli fondata sulla reciproca responsabilità, sull’equità e l’eguaglianza di opportunità, nonché su una visione di lungo periodo. Si investa il denaro pubblico in programmi che puntino allo sviluppo umano e sostenibile, alla sicurezza ed alla dignità di milioni di persone nella propria terra. Senza dubbio saranno i migliori antidoti all’inaccettabile tragedia quotidiana che segna le esistenze di migliaia di migranti ed al tempo stesso la miglior garanzia di sicurezza e prosperità per il popolo italiano.