G8, Action Aid: 20 miliardi di dollari dal vertice, quale il reale contributo dell’Italia?

“Il vertice de L’Aquila si chiude con un solo impegno certo da parte dell’Italia: colmare il buco di 130 milioni di euro verso il Fondo Globale per l’Hiv, Tubercolosi e Malaria entro un mese,” commenta Luca De Fraia, portavoce di ActionAid al G8, che aggiunge: “rimane del tutto incerto il contributo che l’Italia potrà dare all’iniziativa internazionale appena annunciata a favore della sicurezza alimentare mondiale, ovvero 20 miliardi di dollari in tre anni. Ma quale sarà il reale contributo del nostro paese? E le risorse stanziate saranno nuove o verranno sottratte ad altre iniziative?” Queste le domande che solleva il portavoce di ActionAid.

“Il presidente Berlusconi si è assunto di fronte alla comunità internazionale un impegno a recuperare il ritardo in materia di aiuto pubblico allo sviluppo “, prosegue De Fraia, “ma l’Italia deve chiarire subito quale sarà il contributo italiano all’Aquila Food Security Initiative e in che modo le risorse finanziarie verranno trovate perché – alla luce della riduzione dei fondi della cooperazione, nella scorsa legge Finanziaria, a circa 300 milioni di euro all’anno – si rischia la cannibalizzazione delle iniziative per la lotta alla povertà: per finanziarne una, si lasciano indietro le altre.”

L’annuncio di un nuovo impegno finanziario del G8 per la sicurezza alimentare – spiega ActionAid – è un segnale di un’assunzione di responsabilità verso il miliardo di persone che soffre quotidianamente la fame, ma è ancora largamente insufficiente, soprattutto quando esso viene messo in atto una tantum e non con cadenza annuale. Sono necessari 23 miliardi di dollari annui da parte dell’insieme dei paesi del G8 per affrontare in maniera seria e duratura il problema della fame nel mondo.

“Rispetto al monitoraggio dell’attuazione degli impegni presi dai paesi del G8 in materia di sicurezza alimentare, i G8 dichiarano di aver investito, tra il 2008 e il 2009, 13,45 miliardi di dollari nella risposta alla crisi alimentare. ActionAid sostiene che tale cifra debba in realtà essere decurtata di parte degli investimenti dell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare, nonché dei prestiti su base concessionale. Inoltre”, conclude De Fraia, “non è chiaro quanti di questi fondi siano effettivamente risorse fresche”.