“Indagine elettorale sulla Cooperazione allo Sviluppo” in vista delle Elezioni Regionali del 28/29 Marzo 2010

In occasione delle elezioni regionali del 28 e 29 Marzo, il CINI, composto da ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes, VIS, World Vision e WWF, ha scritto a tutti i candidati alla Presidenza delle Regioni al fine di conoscere le loro posizioni e il loro programma in materia di Cooperazione allo Sviluppo e di lotta alla povertà nel mondo. Il CINI crede infatti che la lotta alla povertà nel mondo, lo sviluppo umano e sostenibile, non ancora ritenuti priorità nel dibattito elettorale e nelle politiche nazionali, siano invece temi di grande interesse per i cittadini italiani e possano  diventare elementi distintivi dell’identità dei singoli candidati. Come tali potrebbero contribuire a determinare la scelta di voto degli elettori.
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Questionari compilati dai Candidati alla Presidenza della Regione:

CAMPANIA: Stefano Caldoro PdL Leggi il Questionario; Vincenzo De Luca PD Leggi il Questionario; Paolo Ferrero FdS Leggi il Questionario .

EMILIA ROMAGNA: Vasco Errani PD Leggi il Questionario.

LAZIO: Marzia Marzoli Leggi il Questionario.

LIGURIA: Claudio Burlando PD Leggi il Questionario.

LOMBARDIA: Vittorio Agnoletto FdS  Leggi il Questionario; Roberto Formigoni PdL  Leggi il Questionario; Filippo Penati Leggi il Questionario; Savino Pezzotta UdC Leggi il Questionario.

PIEMONTE: Mercedes Bresso PD Leggi il Questionario.

PUGLIA: Rocco Palese PdL Leggi il Questionario; Adriana Poli Bortone UdC Leggi il Questionario;  Nichi Vendola PD Leggi il Questionario.

TOSCANA: Enrico Rossi PD Leggi il Questionario

UMBRIA: Catiuscia Marini PD Leggi il Questionario; Fiammetta Modena Leggi il Questionario

VENETO: Silvano Polo PNV Leggi la risposta.


RAPPORTO CINI: “Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo: Obiettivi, Strategie, Strumenti”

In occasione del Convegno organizzato dal CINI presso la Camera dei Deputati il 25 febbraio 2010, è stato presentato il  Rapporto “Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo: Obiettivi, Strategie, Strumenti”. Il rapporto analizza le principali aree di incoerenza delle  politiche dell’ Italia rispetto agli impegni presi a livello internazionale e formula alcune raccomandazioni per superarle.

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L’Italia e la PCD

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L’Italia e la PCD: biocarburanti, fame e cambiamento climatico

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L’Italia e la PCD: commercio, investimenti e servizi finanziari

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Commitment to Development Index 2009 Italy

L’Indice dell’Impegno per lo Sviluppo (CDI) redatto ogni anno dal Center for Global Development di Washington, classifica i 22 Paesi più ricchi del mondo in base all’impegno nell’attuazione di politiche a beneficio delle nazioni povere. Il CDI valuta l’operato nazionale in sette importanti aree di intervento per i Paesi in via di sviluppo: aiuti, commercio, investimenti, migrazione, ambiente, sicurezza e tecnologia. L’Italia nel 2009 si è classificata al 18° posto in assoluto.

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MEDIA BRIEF: Convegno sulla Coerenza delle Politiche per lo Sviluppo, 25 febbraio 2010

Uno dei risultati della globalizzazione è che le cosidette “beyond AID issues” come il commercio, l’agricoltura, le dinamiche migratorie, gli investimenti, i cambiamenti climatici, la sicurezza, la tecnologia, assumono un ruolo sempre più importante nel determinare le prospettive di sviluppo dei paesi poveri. I paesi più sviluppati devono assicurarsi che le loro politiche siano di sostegno o quanto meno non impediscano, i progressi verso gli obiettivi di sviluppo internazionalmente concordati, primi fra tutti, gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

Nella pluralità degli obiettivi che ciascun governo nazionale si prefigge nella propria azione, il concetto di policy coherence richiama la logica di perseguire in ognuno degli ambiti di uno stesso sistema politico obiettivi che siano tra loro sinergici o, almeno, non conflittuali. Tale principio, applicato allo sviluppo, comporta che il complesso delle azioni poste in atto, sia a livello nazionale che regionale ed internazionale, sia indirizzato al raggiungimento degli obiettivi condivisi. In tal modo, la distinzione tra politiche aid e non-aid si ricompone nel coordinamento delle attività, imponendo la ricerca di una massimizzazione del loro impatto positivo o, almeno, una minimizzazione dei loro risvolti negativi.

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