Partito Democratico

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Il Cini lancia un manifesto per il rilancio della cooperazione
Secondo il network, è necessario ribadire la centralità del settore nella politica nazionale. Il portavoce Petruccione: “La cooperazione deve essere uno strumento essenziale di tutta la strategia internazionale dell’Italia”
pubblicato il 2 marzo 2012

ROMA – “La costituzione di un ministero come quello della Cooperazione internazionale e l’integrazione deve essere accompagnato da atti che lo rendano operativo, perché la cooperazione va valorizzata, non è un lusso che si deve cancellare nei momenti di crisi”. Lo ha detto Maria Egizia Petroccione, portavoce del Cini (Coordinamento italiano network internazionali), aprendo i lavori questa mattina a Roma del convegno “La cooperazione internazionale dell’Italia: una risorsa da valorizzare, modernizzare, rilanciare”, promosso dal Cini, dall’associazione delle Ong italiane e da Link 2007 in collaborazione con il Forum nazionale del Terzo settore, la campagna Sbilanciamoci e l’Oics (Osservatorio interregionale della cooperazione allo sviluppo). Petroccione ha illustrato i punti di un manifesto, redatto dalla rete delle ong in occasione del convegno, per fissare le tappe di un rilancio della cooperazione nel nostro paese. In primo luogo, secondo il network, è necessario ribadire la centralità del settore nella politica nazionale. “La cooperazione internazionale deve essere uno strumento essenziale di tutta la strategia internazionale dell’Italia, in termini di coerenza, coordinamento ed efficacia delle politiche, per ridare ruolo e credibilità al Paese”, si legge nel documento. Ma per fare questo è necessario anche modernizzare il modo di fare cooperazione. “È necessaria la riforma del settore che chiediamo da anni. In questo momento ci sono le condizioni per fare uno scatto in avanti in questo senso – ha detto Petruccione,  . Ma la modernizzazione e la valorizzazione del settore devono poggiare su un rinnovato impegno finanziario. In questi anni sono state tagliate l’88% delle risorse”.
“Questo ministro si scontra ogni giorno con lo scarto tra la modestia delle risorse e la spinta ad agire – ha sottolineato Andrea Riccardi nel suo intervento -. Siamo di fronte a un deficit non solo di risorse ma anche di idee, manca infatti una visione strategica. Già aver istituto un ministro per la Cooperazione però è una valorizzazione, ma questo ministro non può avere effetti taumaturgici”. Il ministro ha sottolineato anche l’importanza strategica della cooperazione per tornare a incidere sulla scena internazionale. “La caduta della cooperazione è il sintomo di un paese che non crede al suo futuro e al suo ruolo nel mondo – ha detto – L’Italia non è più quello che era e non è più così simpatica come lo era tempo fa, ma non siamo così piccoli da dover scomparire nello scenario internazionale. Non si fa politica estera e non si proietta il paese fuori senza la passione, altrimenti è solo politically correct”.