G8 di Deauville: le ONG del CINI auspicano che il doveroso sostegno alle popolazioni del Nord Africa non si traduca in una diminuzione di attenzione e risorse per tutti gli altri paesi del sud del mondo, a cominciare da quelli dell’Africa Sub-Sahariana.

Roma, 27 Maggio 2011: “Le ONG del CINI – Coordinamento Italiano Network Internazionali – si augurano che i 40 miliardi di dollari annunciati per finanziare la nuova “Partnership di Dauville” non siano solo l’ennesima promessa che non verrà mantenuta e che siano risorse aggiuntive rispetto a quanto gli stati si sono già impegnati a stanziare per la lotta alla povertà nel mondo” dichiara Maria Egizia Petroccione, Portavoce del CINI. “Siamo favorevoli a questa iniziativa ma auspichiamo che il doveroso sostegno alle popolazioni del Nord Africa che lottano per la libertà e la democrazia non abbia come conseguenza una diminuita attenzione, e dunque minori risorse, per tutti gli altri paesi del sud del mondo, a cominciare da quelli dell’Africa Sub-Sahariana, che da troppo tempo aspettano che i G8 onorino gli impegni presi” continua Petroccione.
Sulla questione dell’efficacia dell’aiuto, nella dichiarazione finale  i G8 hanno affermato che si compiacciono dei risultati preliminari della valutazione sull’efficacia in vista del IV High Level Forum di Busan, in realtà i dati preliminari dicono che non è stato praticamente raggiunto nessuno degli obiettivi stabiliti dalla Dichiarazione di Parigi del 2005. Inoltre, i G8 pongono l’enfasi di Busan solo sulla trasparenza, quando in realtà la lezione Nord Africana li dovrebbe spingere a riconoscere l’importanza delle condizioni minime di “Ambiente abilitante” (Enabling environment) per le organizzazioni della società civile del sud come necessarie all’efficacia, coerentemente con quanto affermato nella dichiarazione sulla Primavera araba.

Purtroppo l’Italia, avendo stanziato nel 2010 per l’aiuto pubblico allo sviluppo solo lo 0,15% del suo PIL a fronte di un obiettivo previsto dello 0,51%, continua a perdere credibilità a livello internazionale. Il mancato rispetto degli impegni da parte dell’Italia ha pregiudicato per il 37% la performance complessiva dell’UE che ha così mancato l’obiettivo comunitario dello 0,56% del PIL all’aiuto allo sviluppo attestandosi sullo 0,43%. Ancora più grave la situazione relativa al Fondo globale per Aids, l’Italia, non avendo versato i contributi del 2009 e del 2010, ha perso il diritto al seggio unico nel Consiglio Direttivo del Fondo e al nostro posto ora siede la Francia.