Legge di stabilità: salve le spese militari, annullata la solidarietà. Meno di 20 milioni per i futuri progetti di aiuto allo sviluppo dell’Italia. Un appello a tutte le forze politiche dalle ONG italiane

Roma, 25 Ottobre – Riprende oggi in Senato l’esame delle leggi di Stabilità 2012 e di Bilancio, relative ai tagli introdotti dalle due manovre estive di salvataggio dell’Italia. I tagli saranno addirittura peggiori di quelli già previsti dalle ONG lo scorso settembre.Per i fondi della cooperazione allo sviluppo (legge 49/87) gestiti dal Ministero degli Affari Esteri (MAE) si passa dal minimo storico del 2011, pari a 179 milioni di euro; a un nuovo record negativo con soli 86 milioni di euro; un taglio del -51%. Il taglio complessivo applicato al budget del MAE dalle manovre estive è stato di 206 milioni di euro; ben 92 milioni a carico della cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo; davvero eccessivo se si considera che le attività previste dalla legge 49/87 pesano sul bilancio del Ministero solo per circa il 10%
La diminuzione è ancor più evidente se si prende a confronto il dato del 2008, in cui la cooperazione allo sviluppo aveva raggiunto i 732 milioni di euro di stanziamenti. Il calo è dell’88%.
Il previsto stanziamento di soli 86 milioni di euro comporterà un ulteriore ridimensionamento dell’azione italiana di cooperazione in molti Paesi, se si considera che nel 2009 le stesse risorse erano state stanziate dall’Italia in soli due dei 61 paesi assistiti: Etiopia e Afghanistan.

Dalle scarsissime dotazioni previste andranno ulteriormente sottratte le spese di funzionamento – circa 8 milioni di euro – e gli impegni pluriennali già sottoscritti –  almeno 40 milioni, di cui 20 relativi ad impegni già assunti con le ONG.  Per nuovi interventi di cooperazione allo sviluppo sarebbero dunque disponibili meno di 20 milioni di euro.
Per comprendere meglio il livello raggiunto dai tagli, basti dire che le disponibilità finanziare della cooperazione saranno circa 4 volte inferiori rispetto a quello che le ONG italiane hanno raccolto nel 2010 in attività di fund rasing dai cittadini italiani. Già dallo scorso anno, da un punto di vista finanziario, le ONG sono ormai di gran lunga più rappresentative, a livello internazionale, della stessa cooperazione governativa italiana.

Alcuni stanziamenti saranno comunque salvaguardati. Si continuano infatti a stanziare 180 milioni di euro per il trattato Italia Libia e si dispone lo stanziamento di 750 milioni di euro per le missioni militari  internazionali (ammontare invariato e relativo a sei mesi di operazioni militari all’estero) Si conferma l’investimento di 375 milioni l’anno (fino al 2022) per la costruzione delle fregate italo-francesi FREEM e di altri 70 milioni fino al 2023 per la partecipazione al consorzio europeo  di aeronautica militare.
Il 50% di un imprevisto tesoretto legato all’asta pubblica delle frequenze – 750 milioni di euro – sarà destinato ad alcuni ministeri, tra cui soprattutto Interno e Difesa. Uno stanziamento di 1,2 miliardi di euro aggiuntivi andranno a politiche giovanili, addestramento militare, ospedali universitari non statali, rete ferroviaria, festeggiamenti della ricorrenza del 4 novembre.

Per evitare lo scandalo di una definitiva dismissione della cooperazione allo sviluppo del nostro paese, tutte le ONG italiane chiedono che la cooperazione italiana sia risparmiata dai tagli estivi e che siano ripristinati almeno i livelli finanziari del 2010. Il messaggio, indirizzato a tutte le forze parlamentari, chiede che:

  • l’art 5 comma 7  della manovra includa  tra i destinatari del tesoretto delle frequenze anche la cooperazione allo sviluppo della legge 49/87b  in modo da assorbire il taglio estivo e quindi lasciarla sui livelli del 2011. I 92 milioni necessari allo scopo  potrebbero essere stornati dai 200 milioni di euro che il comma attribuisce al Ministero della Difesa.
  • nell’allegato 2 dell’art 5 comma 1 si inserisca anche la cooperazione allo sviluppo ex legge 49/87 tra i destinatari della ripartizione dei 1,2 miliardi aggiuntivi.

“Il grave taglio alle risorse della Cooperazione allo sviluppo” conclude Maria Egizia Petroccione, Portavoce del CINI, “ corrisponde in valore assoluto al costo di uno solo dei 131 caccia bombardieri F35 che l’Italia ha acquistato, quindi non è una misura ineluttabile dettata dalla crisi internazionale, ma il frutto di una precisa visione politica che non è capace di mettere la solidarietà e la lotta alla povertà nel mondo al centro della sua azione”.