L’adesione di chi pratica la pace ogni giorno

Ong e Ucraina. Le Organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale aderenti al Coordinamento Italiano Ngo internazionali (Cini) presenti in piazza Santissimi Apostoli a Roma a manifestare con la loro presenza i valori della pace e della collaborazione tra i popoli.

In queste ore la nostra concreta presenza al fianco delle fasce più vulnerabili della popolazione Ucraina testimonia non solo un pacifismo fattivo ma anche le azioni di quella che possiamo a giusto titolo chiamare diplomazia dal basso.

Da sempre, infatti, le Ong hanno giocato un ruolo di mediazione soprattutto in contesti nei quali il dialogo tra Governi non era in grado di arrivare . Questo significa, in molti casi, tenere un basso profilo a livello mediatico ed informativo, spesso in contrasto con il tono gridato di certa stampa. Eppure solo in questo modo si riesce a tenere aperti canali negoziali e soprattutto aiutare direttamente le popolazioni in stato di necessità. Chi è sul terreno, in zona di conflitto, deve ogni momento fare delle scelte difficili, mantenere un precario equilibrio tra i valori fondativi di ogni relazione umanitaria e la loro fattiva agibilità.

Non a caso molte volte siamo diventati dei bersagli, dei veri e propri target proprio per ciò che le nostre azioni rappresentavano in termini di convivenza tra i popoli. Quante volte forze ostili all’idea stessa che possa vivere un dialogo tra diversità hanno voluto dare un segnale colpendo nella maniera più brutale gli operatori umanitari. Come tutto ciò che deve portare a sintesi il divario che spesso esiste tra teoria e prassi, tra ideali e terreno, il nostro operare si orienta sempre, però, sul riscontro più importante: il benessere dei gruppi vulnerabili, la vera cartina di tornasole dell’azione umanitaria. In questi ultimi anni, a partire dalla «guerra umanitaria» in ex Jugoslavia, e dal suo proseguimento con i bombardamenti di bombe a grappolo e pacchi viveri in Afghanistan, si è infatti operata una torsione inaccettabile del Diritto internazionale dei Diritti Umani, di fatto costringendo le Ong realmente indipendenti a sospendere le operazioni o a denaturarsi divenendo “embbedded” cioè parte di quella stessa logica perversa.

E dunque mantenere al contempo indipendenza ed operatività spesso significa agire con grande discrezione, tanto più motivata quando fare la differenza sul terreno diviene vitale per chi si vuole aiutare. Con questo spirito dunque saremo a manifestare, convinti che solo il dialogo tra popoli ed il rispetto dei Diritti Umani possa portare ad una pace giusta.

di Raffaele K. Salinari, Portavoce Coordinamento Italiano NGO Internazionali – CINI