LA MORTE DEL PACIFISTA VITTORIO ARRIGONI NON RIMANGA UN SACRIFICIO VANO

Roma, 15 Aprile 2011 – Il CINI, Coordinamento Italiano delle ONG Internazionali, esprime il più profondo cordoglio e si unisce al dolore della famiglia e dei colleghi per la morte di Vittorio Arrigoni, attivista per i Diritti Umani  dell’International Solidarity Movement, rapito e ucciso questa notte a Gaza.

Vittorio Arrigoni era arrivato a Gaza nel 2008 per documentare i giorni dell’offensiva israeliana “Piombo Fuso”, da allora ha continuato a raccontare  la terribile realtà di quella terra, non solo da cronista ma anche da protagonista, sempre più impegnato a offrire soccorso alla popolazione palestinese. Ha partecipato a diverse azioni, tra cui la Freedom Flotilla, per portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e riportare l’attenzione deila comunità internazionale sui drammi della sua popolazione.

“Restiamo Umani” è l’adagio con cui firmava i suoi articoli e ci piace che le sue parole “ io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana” rimangano nella memoria di tutti noi e servano da monito ad intensificare gli sforzi per costruire un mondo di pace e giustizia, più umano per tutti.

LOTTA ALLA POVERTA’: ITALIA, MAGLIA NERA DEGLI AIUTI, MANDA A FONDO L’EUROPA E IL G8.

Roma, 6 Aprile 2011 – I dati preliminari sullo stato dell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia, appena fatti circolare dall’OCSE, sono la dimostrazione del drammatico stato in cui versa la cooperazione allo sviluppo nel nostro Paese. L’aiuto italiano, stando ai dati forniti dall’OCSE/DAC, sarebbe scesa dallo 0,16% allo 0,15% del PIL, con una contrazione in termini reali rispetto al 2009 del 1,5%, ma del 35% rispetto al 2008.

Non solo l’Italia continua a mettere all’ultimo posto delle proprie scelte di bilancio l’aiuto pubblico allo sviluppo, ma questa scelta sta provocando l’allontanamento di tutta l’Unione Europea dagli obiettivi continentali: mentre l’aiuto UE sale del 6,7%, infatti, l’Italia si conferma fanalino di coda dei paesi dell’Unione, addirittura dopo la Grecia che, invece, nonostante le difficoltà di bilancio continua a destinare lo 0,17% de Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo. L’aiuto pubblico del nostro Paese in termini assoluti è pari a quello del Belgio  e della Danimarca.

Il contributo dell’Italia nella comunità dei Paesi OCSE donatori scende dal 3,9 % del 2008 al 2,5% nel 2010 con una contrazione del suo contributo più forte a livello UE dal 6,7% al 4,4%. Ossia l’Italia contribuisce sempre meno allo sforzo collettivo per l’assistenza allo sviluppo.

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I PROFUGHI A LAMPEDUSA: SOLO UN FATTO DI ORDINE PUBBLICO DA RISOLVERE CON LA RIMOZONE O UN DRAMMA DI DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO?

Roma, 4 Aprile 2011 – Non possiamo restare indifferenti agli avvenimenti sulla sponda sud del Mediterraneo, con il loro corteo di richieste di asilo e protezione da parte del nostro Paese, ma anche con i cortei di giovani nelle piazze che non bruciano bandiere a volto coperto inneggiando slogan antioccidentali, ma chiedono lavoro, democrazia e responsabilità politica diretta.
Essi purtroppo evidenziano con drammatica attualità le carenze della cooperazione internazionale dell’Italia che, in questi ultimi anni, ha sostanzialmente abbandonato questa importante componente delle politica estera per affidare le sue relazioni con i paesi arabi solo al commercio, in particolare di armamenti, ed agli accordi sul contenimento dell’immigrazione.
La tragedia di Lampedusa è stata ed anche oggi, in pieno scenario di guerra, gestita solo come fosse una emergenza di ordine pubblico e sanitario, non una emergenza umanitaria ma solo di sovraffollamento di località turistica gravemente vulnerata nella sua amenità da questa presenza sgradevole.

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