In Congo una guerra permanente per materie prime e diamanti

Congo. La decomposizione iniziò dalla morte di Lumumba, primo e ultimo leader eletto democraticamente

Articolo di Raffaele K. Salinari
Il Manifesto, 23 febbraio 2021

L’uccisione a Goma, nella regione dei Grandi Laghi congolese, dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio e di un militare dell’Arma dei Carabinieri in forze alla missione Onu Monusco, riaccende i riflettori su una guerra civile strisciante che da oltre un quarto di secolo insanguina quella parte del mondo. Dalla morte del dittatore Mobutu nel 1997, infatti, quello che al tempo si chiamava Zaire, oggi Repubblica democratica del Congo, ha conosciuto un costante processo di scomposizione territoriale, favorito da interessi multinazionali ben precisi, e che si servono di interposte fazioni paramilitari per continuare imperturbati a fare i loro interessi di parte sulla pelle delle popolazioni locali.

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Profondo cordoglio per la morte dell’Ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustapha Milambo

Le ONG del CINI esprimono il loro profondo cordoglio per la morte dell’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio, del carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e dell’autista che li accompagnava, Mustapha Milambo. Ancora una volta la distrazione dei Paesi donatori in merito alla guerra civile strisciante, che attanaglia la regione dei Grandi laghi da oltre un ventennio, ha fatto ulteriori vittime anche tra il personale della Missione ONU. Le risorse minerarie del Congo resteranno la sua più grande problematica sinché non si prenderanno misure concrete per regolare l’estrazione e mettere le multinazionali, più o meno coinvolte, nell’obbligo di rispettare i diritti umani. Siamo e resteremo vicini alle popolazioni civili, ma chiediamo fermamente che la politica internazionale intervenga a sanare una tragedia che destabilizza tutto il continente Africano.