Roma, 10 ottobre 2008 – “SI RISCHIA DI TOCCARE IL MINIMO DAL 1987. Meno 56% rispetto alle previsioni dello scorso anno. Importanti i costi umani e d’investimento per il Sud del mondo.”
CINI: “Italia sempre più lontana dagli obiettivi del Millennio, rallenta e rischia di far deragliare le ambizioni europee. A rischio migliaia di progetti di sviluppo”
Una finanziaria 2009 all’insegna dei tagli e dell’economia, che toglie alla Cooperazione oltre il 56% di quanto invece previsto dalla Finanziaria 2008. Nel 2009 la cooperazione italiana rischia di toccare il suo punto di minimo in 20 anni, ossia lo 0,09% in rapporto al PIL.
Si parla infatti di 321,800 milioni di euro stanziati per l’anno prossimo rispetto ai 732,846 milioni assegnati, la metà delle risorse reali del 2001. Nessuno stanziamento per Banche e Fondi di sviluppo, incerte le cancellazioni del debito.
Ci si allontana sempre di più dagli obiettivi europei che prevedevano per il 2006 il raggiungimento dello 0,33% del PIL e viene in questo modo compromesso anche il raggiungimento dello 0,56% nel 2010 per il resto degli Stati virtuosi dell’Unione.
Negativo dunque questo primo bilancio del CINI che fa notare come a fronte di questi pochi stanziamenti, nel 2007 le ONG abbiano raccolto oltre 400 milioni di euro con i soli finanziamenti privati.
“E’ inaccettabile – dichiara Maria Egizia Petroccione, portavoce CINI – questa manovra che non tiene affatto conto degli impegni che l’Italia ha preso in ambito internazionale ed europeo per la cooperazione allo sviluppo, alla vigilia del G8 di cui avrà la presidenza, e della valutazione dei risultati conseguiti dall’Italia rispetto agli Obiettivi del Millennio (peer review del DAC). Il CINI chiede che si mettano a disposizione più fondi, puntando a mantenere i livelli dello scorso anno, perché il vero volto dei tagli’ è quello dei milioni di persone che ne subiranno le drammatiche conseguenze e le migliaia di piccole e grandi attività che si devono e possono fare nei paesi destinatari.”
“Il taglio sul bilancio di cooperazione degli Esteri corrisponde a oltre 2 milioni di persone in terapia salvavita con farmaci retro virali per un anno, o a 15 milioni di vaccinati contro la poliomelite, o 100 milioni di zanzariere antimalariche, 1200 Km di strade in Sierra Leone o, 1100 cliniche in Uganda, 20000 cliniche equipaggiate in Etiopia, riforestazione di 300 milioni di pini in Libano, 16000 pozzi trivellati in Tanzania, cinque anni di istruzione elementare per 3 milioni di bambini, il salario annuale di 411 mila insegnanti elementari un Uganda, quattro volte quelli attualmente assunti. Questi – continua Petroccione – sono solo alcuni esempi del vero volto degli aiuti che senza i fondi necessari non potranno più essere realizzati o saranno addirittura interrotti. L’aiuto pubblico dovrebbe servire a mantenere una certezza di risorse nei Paesi meno avanzati proprio nei momenti di crisi economica, quando le risorse private si allontanano.”
Il CINI propone dunque al parlamento un dibattito aperto a tutti gli esponenti di maggioranza e opposizione e formula proposte concrete per poter liberare le risorse necessarie a raggiungere gli obiettivi previsti.