L’Italia, ultima in Europa, può dare una svolta ed elaborare il primo piano nazionale per l’efficacia dell’aiuto
Roma, 1 settembre 2008 – “L’attuale sistema dell’aiuto allo sviluppo necessita di una riforma basata sui reali bisogni dei beneficiari. Il sistema di gestione dell’assistenza internazionale è divenuto infatti sempre più complesso e confuso. Il Forum di Accra rappresenta un’occasione per cambiare pagina.” Questa la riflessione di Egizia Petroccione, portavoce del CINI, il Coordinamento Italiano Network Internazionali di cui fanno parte ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes, VIS e WWF, in occasione del terzo Forum sull’efficacia degli aiuti. La Petroccione si trova in Ghana per seguire i lavori del Forum.
Dal 2 al 4 settembre delegazioni provenienti da oltre 100 paesi si riuniranno ad Accra, in Ghana, per discutere dell’efficacia degli aiuti internazionali che ogni anno vengono erogati ai paesi più poveri e del raggiungimento degli obiettivi stabiliti nella Dichiarazione di Parigi del 2005.
L’Italia – spiega il CINI – si presenta all’appuntamento di Accra con standard ancora al di sotto della media europea: ultima in Europa per prevedibilità dell’aiuto, penultima per lavoro analitico congiunto, è anche uno degli ultimi paesi per proliferazione di strutture di gestione parallele. L’unico settore in cui c’è stato un miglioramento è quello del coordinamento dell’assistenza tecnica, per il quale l’Italia ha già centrato l’obiettivo previsto per il 2010.
“L’aiuto è uno strumento centrale per combattere la povertà”, prosegue Petroccione, “ma se pianificato o erogato nel modo sbagliato può avere effetti perversi. Troppo spesso l’aiuto è infatti accordato per promuovere gli interessi economici e commerciali dei Paesi donatori, imponendo ai Paesi partner condizioni dannose per il proprio sviluppo. Questo è possibile perché in molti casi gli accordi di aiuto sono negoziati in maniera non trasparente tra i governi e senza consultare il parlamento o la società civile.”
“Il Forum di Accra rappresenta un’occasione unica per l’Italia per rilanciare la cooperazione allo sviluppo con l’elaborazione di un piano nazionale per l’efficacia dell’aiuto. Il CINI”, conclude Petroccione, “chiede un forte impegno al nostro Governo, che già ha avviato importanti riflessioni a riguardo, e soprattutto un nuovo sistema di cooperazione che preveda aiuti allo sviluppo più trasparenti e slegati da condizionalità economiche e politiche.”