LA RECESSIONE NON TOCCA LE ARMI NONOSTANTE LA CRISI E IL BEL PAESE NON STA A GUARDARE

Articolo di Riccardo Troisi, Presidente ReOrient, presentato in occasione della Conferenza CINI “Coerenza delle politiche per lo sviluppo: a che punto è l’Italia? Obiettivi, Strategie, Strumenti.” Febbraio, 2010.
L’Italia: le spese militari ed il suo export militare
È veramente paradossale, nonostante la crisi economica globale, le spese per gli armamenti a livello mondiale  sono aumentate del 5,9% nel 2009 e del 49% rispetto solo a dieci anni fa, per un totale di 1531 miliardi di dollari. Gli ultimi dati del rapporto annuale su armamenti, disarmo e sicurezza internazionale presentati  un mese fa dall’Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma (Sipri) non lasciano dubbi  “Gli effetti generali della crisi finanziaria globale e la recessione economica – dice il rapporto – sembra abbiano avuto un limitato impatto sulle spese militari  con gli Stati Uniti (dove la crisi è stata generata, ndr) che hanno contato per gran parte della spesa per nuove armi”. Il governo di Washington è stato quello che più degli altri ha aumentato i fondi a disposizione del settore militare e a livello globale ha contato per il 43% di tutte le transazioni.

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