GAZA: Subito un corridoio umanitario. E che l’assedio abbia termine
Roma, 19 Novembre 2012 – Il CINI, Coordinamento Italiano Network Iternazionale, composto da sette tra le più grandi Ong italiane chiede l’immediato cessate il fuoco e la possibilità di poter portare aiuto alla popolazione della Striscia di Gaza. Si auspica che la Comunità Internazionale intervenga per far cessare l’assedio e per il ripristino di condizioni per una pace giusta e condivisa tra Israele e Palestina
ROMA- C’è grande apprensione per la situazione a Gaza nel CINI, il Coordinamento Italiano Network Iternazionale, composto dalle ONG Actionaid, AMREF, Save the Children, Smile Train, Terre des hommes, VIS e World Vision, un organismo che conta oltre un milione di sostenitori in Italia ed ha all’attivo centinaia di progetti di sviluppo in tutto il mondo. In sostanza si chiede al Governo italiano, all’Unione Europea e alla Comunità Iternazionale di adoperarsi in ogni modo per un cessate il fuoco immediato e permanente e per il pieno rispetto dei diritti umani e delle norme prescritte dalle Convenzioni internazionali, in particolare quelle di Ginevra.
Il permesso di aiutarli. E’ indispensabile che vengano rispettate le Convenzioni internazionali, specie quelle di Ginevra, per permettere alle organizzazioni umanitarie di operare in aiuto delle popolazioni civili colpite dai violenti combattimenti ancora in corso. L’apertura ed il mantenimento dei corridoi umanitari sono condizioni necessarie per poter assistere le vittime del conflitto, a qualunque popolo, etnia, religione appartengano.
Fine dell’assedio. Il CINI auspica, infine, che la Comunità Internazionale intervenga al più presto per far cessare l’assedio e la violenza e per il ripristino di condizioni che permettano il raggiungimento di una pace giusta e condivisa tra Israele e Palestina, nel pieno rispetto dei diritti dei popoli e delle persone, sulla base delle risoluzioni dell’ONU. Possa riprendere la via del dialogo, affinché ogni individuo abbia “diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona” (art. 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).