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Lettera aperta delle ONG italiane alla vigilia della discussione sulla riforma della legge sulla Cooperazione
Redazione
Roma, 17 Gennaio 2014 – Il DDL sulla nuova legge 49 sta per essere discusso dal Consiglio dei Ministri. Ecco perché le Organizzazioni Non Governative intendono ribadire la necessità che siano approvate al più presto nuove norme sugli aiuti allo sviluppo. Gli 8 punti da non dimenticare. Il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, ha annunciato pochi giorni fa l’avvio della discussione, nel pre-Consiglio dei Ministri, sulla bozza di riforma della legge sulla Cooperazione. Questo fa presupporre una calendarizzazione nelle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri. Ieri le reti delle Ong hanno inviato una lettera aperta a Letta, Bonino e Saccomanni in merito alla riforma, mettendo in evidenza otto punti su cui si chiede l’attenzione durante la discussione del testo.

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Gli otto punti da tenere sotto’occhio. Le Ong e le associazioni del CINI – Coordinamento Italiano Network Internazionali, composto da ActionAid, AMREF, Save the Children, Terre des hommes e VIS, cinque delle più importanti Ong italiane appartenenti a network internazionali – dell’AOI – Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale – e di Link2007 – associazione di coordinamento consortile
che raggruppa 9 tra le più importanti Organizzazioni Non Governative italiane – da anni impegnate nella Cooperazione internazionale allo sviluppo con centinaia di progetti in decine di paesi, sapendo che il DDL sulla cooperazione allo sviluppo sta per essere discusso dal Consiglio dei Ministri, intendono ribadire, ancora una volta e con forza, la necessità che sia approvata al più presto una nuova legge sulla cooperazione internazionale allo sviluppo che preveda:

1) Un Chiaro riferimento politico e una forte cabina di regia ovvero un Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e un Viceministro della cooperazione allo sviluppo, con piena delega sull’intera materia e che partecipi al Consiglio dei Ministri in tutti i casi in cui esso tratti materie che, in modo diretto o indiretto, possano incidere sulla coerenza e sull’efficacia delle politiche di cooperazione allo sviluppo;
2) Un Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS), presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto da tutti i ministeri interessati, con il compito di assicurare la programmazione ed il coordinamento di tutte le attività di APS nonché la coerenza delle politiche nazionali e internazionali con gli obiettivi della cooperazione allo sviluppo.
3) Un Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo (CNCS) composto dai principali soggetti pubblici e privati, non profit e profit, della cooperazione internazionale allo sviluppo. Il CNCS sia strumento permanente di concertazione, partecipazione, consultazione e proposta su tutti i temi attinenti la cooperazione allo sviluppo ed in particolare sulla coerenza delle politiche, le scelte strategiche, l’efficacia e la valutazione.
4) Un’Agenzia, competente, snella ed efficiente, per l’attuazione delle strategie e dei programmi di cooperazione allo sviluppo organizzata sulla base di criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza, sottoposta al potere di indirizzo e vigilanza del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con autonomia organizzativa, contabile e di bilancio.
5) Un Fondo Unico, che raggruppi tutte le risorse della cooperazione allo sviluppo, su cui il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale abbia potere di indirizzo, coordinamento, definizione delle priorità.
6) Il rispetto e la piena valorizzazione, a fianco degli altri soggetti, della specificità delle ONG e delle associazioni di cooperazione internazionale allo sviluppo che da decenni si caratterizzano per competenza ed esperienza ed hanno la cooperazione al centro della loro missione.
7) Che siano redatti annualmente un documento di programmazione e di indirizzo triennale della politica di cooperazione allo sviluppo, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, approvato dal Consiglio dei ministri, e una relazione consuntiva delle attività svolte e della valutazione dei risultati.
8)  Che siano potenziati i poteri d’indirizzo e di controllo del Parlamento sulle strategie, le politiche e le attività di cooperazione allo sviluppo.