Una nuova legge per una nuova stagione della Cooperazione italiana: parlamentari e società civile a confronto

conferenza 28 gennaioRoma, 30 Gennaio 2014 – Si è tenuto il 28 gennaio scorso un seminario promosso dalle ONG per discutere il progetto di riforma della legge 49/87. Ha visto la partecipazione di numerose organizzazioni della società civile impegnate nella lotta alla povertà globale e diversi parlamentari sul tema della riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo. Il progetto di riforma, volto a modificare la legge 49 approvata nel 1987, è uno dei punti menzionati dal Primo Ministro Enrico Letta nel discorso di fiducia alle Camere del dicembre scorso ed è un tema su cui tutti i partiti si sono impegnati in fase elettorale. La proposta, portata in Consiglio dei Ministri la scorsa settimana, è volta dunque ad aggiornare la legislazione su un ambito della politica di relazioni estere che è molto cambiato negli ultimi venticinque anni: diritti e responsabilità hanno oggi una dimensione globale, oltre i confini nazionali e per l’Italia – paese fondatore dell’Unione Europea e ponte naturale all’interno del Mediterraneo – è fondamentale essere in grado di rispondere a questa sfida, adeguando strumenti e politiche. Il seminario è stato promosso da Oxfam Italia e Action Aid in cooperazione con le principali rappresentanze e reti delle ONG Italiane (AOI, CINI, Link 2007) e con l’Intergruppo Parlamentare per la Cooperazione allo Sviluppo – uno schieramento bipartisan di deputati e senatori impegnati su questi temi.

E’ stata un’occasione di confronto su questo tema in un momento nel quale l’Italia – anche in vista del Semestre Europeo e dell’appuntamento di Expo Milano del 2015 – sembra essere tornata a investire nella lotta alla povertà globale, con un incremento nel 2014 dei fondi destinati alla lotta alla povertà in gestione al Ministero degli Esteri (+10% rispetto al 2013) e con la positiva decisione di tornare a finanziare il Fondo Globale per la lotta all’AIDS contribuendo con 100 milioni di euro complessivi per i prossimi tre anni. Tra le proposte della società civile contenute in una lettera aperta al Primo Ministro Letta: la previsione, per legge, di un Ministero ridenominato degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di un Viceministro della cooperazione allo sviluppo con delega sull’intera materia; un’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo, competente, snella ed efficiente che possa attuare le strategie e programmi di cooperazione sotto il coordinamento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; un Fondo Unico, che raggruppi tutte le risorse della cooperazione allo sviluppo, su cui il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale abbia potere di indirizzo, coordinamento, definizione delle priorità un comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo che assicuri tra l’altro la coerenza delle politiche nazionali e internazionali con gli obiettivi della cooperazione; un consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo (CNCS) composto dai principali soggetti pubblici e privati, non profit e profit, della cooperazione internazionale allo sviluppo, che abbia un ruolo consultivo su tutti i temi attinenti.