Addis Abeba, 17 luglio – Si è conclusa ieri la terza conferenza internazionale per il finanziamento allo sviluppo delle Nazioni Unite, che ha adottato l’Addis Abeba Action Agenda. L’ambizione era quella di mobilitare le risorse per raggiungere nei prossimi quindici anni gli Obiettivi di sviluppo sostenibile che saranno adottati il prossimo settembre a New York. La risposta della società civile internazionale mette in evidenza i limiti della soluzione di compromesso raggiunta dalla conferenza che non da garanzie sulle risorse che saranno effettivamente disponibili.
Si è arrivati alla conclusione dopo intense negoziazioni. Purtroppo la proposta di creare un organismo intergovernativo sotto l’egida dell’ONU, auspicata anche dalle organizzazioni della società civile e da numerosi Stati, non è passata; è stata prevista una diversa modalità di selezione per il comitato di esperti, che saranno indicati dai governi e nominati dal Segretario Generale dell’ONU. Una mediazione dalla quale si è di fatto dissociato il gruppo del G77, che nello statement finale a cura del Sud Africa, ha richiamato il fatto che la costituzione di un vero e proprio organismo intergovernativo in tema di cooperazione di tasse rimane questione aperta. La reazione complessiva delle organizzazioni della società civile mette in evidenza anche la mancanza di progressi significativi in altre aree cruciali, dai volumi di aiuto pubblico allo sviluppo, a nuovi meccanismi per affrontare le crisi del debito e alla democratizzazione delle istituzioni finanziarie internazionali.
L’Italia è arrivata alla conferenza di Addis Abeba carica di promesse per il futuro ma anche di criticità. Lo stesso Presidente del Consiglio, presente alla conferenza il 14 luglio, ha dichiarato che non è accettabile che il nostro Paese sia all’ultimo posto nel G7 in termini di risorse per la cooperazione allo sviluppo e ha assicurato che fin dalla prossima legge di stabilità saranno adottate misure per rafforzare la cooperazione italiana attraverso nuove risorse.
Come organizzazioni della società civile apprezziamo questo rinnovato impegno da parte del Governo per la cooperazione italiana, che viene riconosciuta strumento essenziale per affrontare la nuova agenda di sviluppo sostenibile, e auspichiamo che siano confermate dai fatti.
La società civile italiana rimane impegnata, insieme ai colleghi e partner internazionali, per contribuire a migliorare gli orientamenti della comunità internazionale sia in tema di finanziamento sia di obiettivi da raggiungere per uno sviluppo sostenibile, per non perdere l’opportunità di adottare un’agenda post 2015 fondata sui diritti umani, incentrata sul pieno godimento di questi ultimi e sul raggiungimento della parità di genere e l’empowerment delle donne, l’accesso all’istruzione, all’educazione e alla salute, e sulla sostenibilità ambientale del modello di sviluppo.