Lettera al Ministro Moavero e alla Vice Ministra Del Re
Roma, 31 luglio 2019 – AOI, CINI e LINK2007 hanno inviato oggi una lettera congiunta al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, e alla Vice Ministra Emanuela Del Re, esprimendo serie preoccupazioni per il futuro della cooperazione internazionale del nostro Paese. Le organizzazioni denunciano con fermezza il rischio di ridurre la cooperazione non governativa italiana a “mera testimonianza” se non si provvedesse tempestivamente a correggere la rotta e ripensare alcune scelte.
In particolare le richieste delle tre reti riguardano:
- Il completamento dell’organico Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo: se il concorso per gli esperti e i dirigenti non fosse attivato a brevissimo, l’Agenzia non avrebbe nemmeno il numero minimo di persone per seguire la normale amministrazione; questo significa minare alla radice una dei punti innovativi della Legge 125/2014.
- Il rinvio del bando progetti promossi e quello ECG per il 2019 all’anno prossimo (come appreso da un recente incontro con il Direttore dell’Agenzia): costituirebbe un grave nocumento delle programmazioni OSC e dei propri partner in Italia e nei Paesi target
- Il funzionamento del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo: servono regolare convocazione, valorizzazione del contributo dei gruppi di lavoro e un allargamento di alcuni livelli di rappresentanza.
- La diminuzione delle risorse per la cooperazione: la riduzione dei fondi per il bando OSC 2019, nell’impegno per i progetti pluriennali, da 70 a 26,4 milioni come annunciato in una nota inviata dall’Agenzia rimetterebbe in discussione gli impegni internazionali e la reputazione del Paese, oltre che portare grave danno al sistema della Cooperazione
- La crescente gestione in forma securitaria dei fenomeni migratori, con l’acquisizione da parte del Ministero degli Interni dei fondi derivati dalla minor accoglienza e destinati ad azioni di politica estera che secondo il nostro punto di vista non sono spettanti a quel Ministero.
Le organizzazioni chiedono un confronto diretto con i massimi responsabili di Governo per la politica Estera e di Cooperazione internazionale allo sviluppo del nostro Paese. Prima che sia troppo tardi.
Il testo della lettera:
Alla c.a. del Ministro Enzo Moavero Milanesi
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale
Alla c.a. della Vice Ministra Emanuela Del Re
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Lettera aperta Stimato Ministro, stimata Vice Ministra
Stimato Ministro, stimata Vice Ministra,
abbiamo deciso di scrivere questa lettera aperta ai massimi responsabili di Governo per la politica Estera e di Cooperazione internazionale allo sviluppo del nostro Paese per esprimere la condizione di disagio e preoccupazione che oggi attraversa il sistema nazionale in materia e in particolare le relazioni, da sempre costruttive e dialoganti, tra le organizzazioni di società civile che noi rappresentiamo e i vari livelli da voi rappresentati.
In un mondo attraversato da diseguaglianze inaccettabili, dovute al divario crescente tra chi continua a concentrare ricchezza, opportunità e sapere, e chi ne resta progressivamente escluso, il tutto aggravato anche dai cambiamenti climatici, il ruolo della Cooperazione allo Sviluppo, e della società civile in particolare, appare sempre più centrale nell’ottica di una soluzione radicale, per quanto possibile, delle cause e non solo degli effetti.
Nel caso specifico del nostro Paese, noi abbiamo fortemente voluto una riforma che ha portato alla nascita delle Legge 125 del 2014, i cui punti realmente innovativi sono, a nostro avviso, sostanzialmente tre: a livello politico, l’individuazione di un Vice Ministro dedicato; a livello della creazione di un sistema Paese, la nascita del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo; infine, ma non per importanza, l’Agenzia italiana per la cooperazione (Aics), dotata di adeguato personale, e risorse finanziarie. L’idea dell’Agenzia nasceva, com’è bene ricordare, anche per gestire con continuità i fondi destinati alla Cooperazione, che richiede una struttura sempre più specializzata, efficiente ed efficace, dotata di personale stabile e punto di riferimento per le amministrazioni e i soggetti coinvolti.
A questo impianto, in coerenza con gli impegni internazionali in sede ONU e UE sottoscritti e ratificati dall’Italia, sottostava l’adeguamento progressivo dei fondi, le cui percentuali sul PIL non stiamo qui a ricordare. Ora ci corre il dovere di entrare in merito a questi punti con spirito critico quanto costruttivo, essendo le ONG tra i soggetti più impegnati ed esposti in azioni sia di emergenza sia di sviluppo, e anche fortemente motivate affinché la Legge funzioni in ogni suo aspetto, e dunque venga pienamente attuata.
Purtroppo, partendo dal livello operativo, cioè dal funzionamento dell’Agenzia, dobbiamo rilevare delle criticità che al momento non hanno nessuna risposta e che dunque ci preoccupano non poco. In primis il completamento dell’organico Aics. Sappiamo bene quanto gli sforzi dell’attuale dirigenza dell’Agenzia abbiano, nella misura del possibile e anche attraverso l’abnegazione dei singoli soggetti che ci lavorano, cercato di mantenere la macchina in uno stato accettabile di efficienza. Questo va riconosciuto ed è, lo vogliamo sottolineare, anche il motivo della nostra attitudine sempre collaborativa. Tuttavia, sono improcrastinabili le decisioni politiche, dunque di livello governativo che Vi competono, in merito al completamento degli organici. In sintesi, se il concorso per gli esperti e i dirigenti non verrà attivato a brevissimo, l’Agenzia non avrà nemmeno il numero minimo di persone per seguire la normale amministrazione; questo significa minare alla radice una dei punti innovativi della Legge. Per questo un Vostro sollecito intervento presso la Funzione Pubblica e gli Enti preposti diventa fondamentale.
Nello specifico poi delle nostre relazioni con l’Aics, dobbiamo segnalare che il bando progetti promossi e quello ECG per il 2019 non sono stati ancora avviati e che, da quanto abbiamo appreso in un recente incontro con il Direttore dell’Agenzia ed i suoi collaboratori, sussiste l’orientamento di rinviarli all’anno prossimo in attesa di nuove procedure. Pur apprezzando e auspicando lo sforzo di innovazione che questa idea sottende, desideriamo però con altrettanta determinazione evidenziare la nostra preoccupazione e contrarietà a questa ipotesi mentre altre tipologie di bandi per le Imprese e gli Enti Locali stiano procedendo. In altre parole, non comprendiamo perché, pur a fronte di nuove regole migliorative, di fatto si salti un anno per gli avvisi pubblici in questione, con grave ed evidente nocumento delle programmazioni OSC e dei propri partner in Italia e nei Paesi target. Crediamo che, finché esistano delle procedure ufficiali, le stesse vadano applicate, come d’altronde sta avvenendo per le Imprese e gli Enti Locali. La dilazione temporale profilata oscurerebbe ancora una volta l’immagine del nostro Paese e del nostro sistema di gestione dei programmi di cooperazione.
Senza entrare nel merito di altri aspetti, dato che è all’attenzione della Vice Ministra un nostro appunto congiunto sui partenariati, segnaliamo la necessità di aprire sul tema un tavolo di confronto con le OSC, richiesta che abbiamo già trasmesso al Direttore Aics.
A livello delle relazioni politico-programmatiche con i soggetti della Cooperazione, cioè il CNCS, dobbiamo dire che il suo funzionamento concreto non ci sembra coerente con il mandato assegnatoli. Tre punti specifici: la regolare convocazione, la mancata valorizzazione del contributo dei gruppi di lavoro, ed infine, anche questo già sollevato in forma di appunto a livello della Vice Ministra, la necessità di una revisione, per noi un allargamento, di alcuni livelli di rappresentanza.
Arrivando al livello più squisitamente politico, ci corre il dovere di segnalare due punti: il ventilato decrescimento delle risorse per la cooperazione, che rimetterebbe in discussione gli impegni internazionali e la reputazione del Paese, oltre che portare grave nocumento al sistema della Cooperazione; la crescente gestione in forma securitaria dei fenomeni migratori, con l’acquisizione dal parte del Ministero degli Interni dei fondi derivati dalla minor accoglienza e destinati ad azioni di politica estera che secondo il nostro punto di vista non sono spettanti a quel Ministero. In specifico, poche cifre possono rendere l’idea di questa nostra preoccupazione: in una nota inviataci dall’Aics, relativa alla programmazione di spesa, si palesa con tutta evidenza una rilevante riduzione dei fondi per il bando OSC 2019 nell’impegno per i progetti pluriennali: da 70 a 26,4 milioni. Se queste cifre fossero confermate saremmo al concreto rischio di condizioni che configurano una cooperazione non governativa italiana ridotta a “mera testimonianza”. Non possiamo accettarlo dati anche gli impegni presi dall’Italia in ambito UE e ONU sulle percentuali dell’APS rispetto al PIL. Ultimo dato, ma non per importanza, non abbiamo certezze in merito alla spesa totale su canale OSC nel bilancio complessivo per l’anno in corso. Su questi punti ci attiveremo ovviamente anche con il livello parlamentare, e speriamo di incontrarvi presto all’interno di iniziative dedicate di cui vi terremo informati.
Cordiali saluti,
Silvia Stilli, Portavoce AOI
Raffaele K. Salinari, Portavoce CINI
Paola Crestani, Presidente LINK2007