Roma, 31 gennaio 2020 – A fronte di crescenti denunce di violazioni dei più elementari diritti umani, in particolar modo dei migranti detenuti nei campi, soprattutto donne e minori, più volte evidenziate non solo dalle nostre Ong ma anche dalle Agenzie dell’Onu come l’UNHCR o l’OIM, il Governo italiano non intende porre nessuna condizione cogente ad un reale cambio di passo in questo senso, nonostante generiche affermazioni più volte smentite dai fatti.
Siamo preoccupati anche perché il Governo si era impegnato ad una revisione, aprendo un dialogo con le Ong impegnate nelle operazioni di soccorso in mare e nell’accoglienza dei migrati. In particolare le Ong hanno da tempo chiesto di smantellare centri di detenzione per sostituirli con campi gestiti dall’UNHCR e l’attivazione concordate tra i Paesi comunitari di corridoi umanitari sicuri.
“Almeno su questi due punti riteniamo che la discontinuità debba essere chiara e fattiva” dichiara Raffaele K Salinari, Portavoce del CINI “ altrimenti il nostro Governo rischia non solo di tradire le sue stesse promesse, ma di dimostrare una intollerabile subalternità alle logiche spartitorie che vogliono fare della Libia un terreno permanente per l’attività di traffico di esser umani”.
Le Ong aderenti al CINI chiedono dunque alle forze politiche ed a tutti i soggetti interessati ad un ripristino delle condizioni minime per i Diritti Umani in Libia di far sentire la loro voce in questo senso.