Il MAECI non metta in sofferenza i programmi di aiuto umanitario e sviluppo per il contrasto al Covid-19

Roma 12 maggio – Le OSC (Organizzazioni della Società Civile) di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale rappresentate da AOI, CINI e Link2007, impegnate nell’aiuto umanitario dall’insorgere della pandemia di Covid-19 a fianco delle popolazioni dei Paesi maggiormente esposti, non hanno risposta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) in merito alle ripetute richieste di supporto per portare avanti efficacemente e con serenità i progetti promossi dalla cooperazione internazionale allo sviluppo dell’Italia, ancor più necessari in questa fase di emergenza globale e poi nella ripartenza.

Questi interventi umanitari e di sviluppo rivolti alle fasce più vulnerabili ed esposte delle comunità sono stati da subito ripensati per poter offrire loro una risposta immediata ed efficace.

Allo stesso tempo, le organizzazioni si sono attivate e hanno messo a disposizione competenze ed esperienza nel nostro Paese a favore della popolazione più vulnerabile colpita dagli effetti dell’emergenza Covid-19: centinaia di cooperanti sostengono interventi di emergenza sanitaria, supportano le famiglie nell’aiuto con minori e le persone anziane, distribuiscono cibo e assistono indigenti e senza tetto.

Da questa pandemia abbiamo imparato, se ancora ci fosse il bisogno di ribadirlo, che la solidarietà, a livello individuale e collettivo, nazionale sia internazionale, è un antidoto veramente efficace per combattere le devastanti conseguenze di disgregazione sociale e povertà prodotte da virus come il Covid-19, che ha drammaticamente messo in evidenza i livelli di diseguaglianza crescenti tra chi ha accesso alle cure e all’assistenza e chi no.

Per portare a termine in modo efficace i nostri interventi promossi dalla cooperazione allo sviluppo italiana in aree cui la pandemia attuale si aggiunge alla povertà e alle emergenze preesistenti, abbiamo sollecitato il MAECI a garantire il supporto necessario, sia utilizzando criteri di flessibilità nella gestione e rimodulazione delle attività, sia chiedendo che vengano messi a disposizione fondi da stornare dai prossimi bandi per i progetti di sviluppo delle OSC.

Da un rapido calcolo si tratta di una manciata di milioni di euro a valere, lo ripetiamo, su fondi in teoria che risultano già stanziati e inseriti nella programmazione di settore per il 2019 e il 2020.

Di questi fondi abbiamo giustamente chiesto di avere notizia dell’esatto ammontare, dato dovuto sia per trasparenza sia perché consente una pianificazione più coerente delle risorse.

Alle nostre legittime domande il MAECI non ha dato sino ad oggi risposta.

Mancanza inaccettabile, perché non motivata, visto che si tratta di dare riscontro a sollecitazioni coerenti con il nostro mandato di rappresentanza di centinaia di attori della solidarietà e dell’aiuto umanitario che vogliono portare avanti il loro operato con serietà.

Il criterio di trasparenza nella gestione della ‘cosa pubblica’ non ha bisogno di essere motivato altrimenti.

A fronte di questo silenzio dunque, abbiamo deciso di rivolgerci anche al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, fiduciosi di ottenere finalmente una risposta positiva poiché è interesse del nostro Paese mostrare solidarietà concreta a chi ne ha bisogno e portare a termine in modo efficace i progetti per i quali la Cooperazione Italiana si è impegnata.

La cooperazione allo sviluppo è parte qualificante della politica estera e le sue OSC rappresentano una significativa componente di quel Terzo Settore che in questo periodo di crisi ha sostenuto tutta la popolazione nello sforzo collettivo di resilienza al virus.

Chiediamo dunque trasparenza, coerenza, sostegno agli obiettivi di solidarietà che ci siamo impegnati a realizzare.

Non fondi aggiuntivi ma una rimodulazione di quelli già esistenti e vincolati a questo proposito.

Non sarebbe coerente e giusto utilizzare queste stesse risorse in altro modo rispetto a quello che per cui sono state impegnate e per le popolazioni beneficiarie che nei Paesi e nelle comunità più a rischio li aspettano.

Il tempo delle decisioni è ora.