Lettera di risposta all’Ambasciatore Massolo sull’Afghanistan inviata a La Repubblica

Stimato Direttore,

nella sua riflessione del 13-9-21, l’Ambasciatore Massolo, uomo di grande esperienza e competenza sulle tematiche geopolitiche, ha testualmente affermato che, nella questione Afghana, l’Occidente: «Ha a disposizione due strumenti importanti: la dipendenza dei talebani dalle riserve congelate a Washington e l’insostituibilità della potenza aerea americana per ogni seria azione anti jihadista». Vorrei aggiungere a queste due risorse una terza, altrettanto importante, anzi, a mio avviso più importante nel medio lungo periodo: la cooperazione umanitaria.

I popoli hanno memoria molto lunga, e quelli che hanno subito colonizzazioni ed invasioni straniere ancora di più. Sappiamo bene qual è la storia dell’Afghanistan da questo punto di vista ed altrettanto bene dovremmo sapere che il vero terreno di coltura di ogni fondamentalismo è il tradimento delle promesse di libertà, eguaglianza e democrazia che troppo spesso l’Occidente ha evocato senza voler, o poter, dare loro un seguito concreto. Gli esempi sono numerosi, a partire dalle spartizioni dell’Africa e dell’impero Ottomano sino all’invasione dell’Iraq. Eppure, in tutti questi scenari, le ONG di cooperazione e solidarietà internazionale hanno sempre cercato di mantenere la loro coerenza con i principi dell’azione umanitaria, aiutando senza alcuna distinzione i popoli, non i regimi, i soggetti deboli, non le partigianerie. Ora, nel complicato quadro geopolitico che si apre dopo la sconfitta militare e politica, ma anche di un modello di sviluppo eterodiretto e senza radici, che si è cercato di innestare su un terreno che non poteva assolutamente riceverlo, l’unica vera costante che l’Occidente può ancora vantare è proprio la sua capacità di mobilitazione al fianco dei popoli in necessità, in difesa di quei Diritti fondamentali sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite, che per noi rappresentano il quadro di riferimento imprescindibile per costruire pace e collaborazione tra i popoli. Apprezziamo molto, da questo punto di vista, le decisioni prese congiuntamente tra noi ed il Governo, sulla centralità delle azioni di cooperazione umanitaria con l’Afghanistan e vorremmo che questo aspetto fondamentale della politica estera, non solo italiana ma comunitaria, avesse il suo giusto rilievo nelle analisi e nel sostegno concreto alle nostre azioni. Noi non abbiamo mai smesso di essere al fianco dei popoli in necessità ed oggi, a fronte di una pandemia tragica, che acuisce le diseguaglianze a livello planetario, ribadiamo che senza una eradicazione di queste, altri focolai di fanatismo ed integralismo nasceranno, e non saranno le armi da fuoco a contrastare qualcosa che solo una redistribuzione delle risorse ed un accesso equo alle opportunità potrà realmente risolvere.

Cari saluti,

Raffaele K. Salinari

Portavoce CINI (Coordinamento Italiano NGO Internazionali)