Portavoce CINI: sia consentito lo sbarco di tutte le persone soccorse in mare

Il CINI sostiene e rilancia l’appello delle organizzazioni della società civile affinchè siano fatte sbarcare tutte le persone soccorse nel Mediterraneo centrale.

Testo integrale dell’appello: Alcuni dei sopravvissuti sono stati imbarcati più di 17 giorni fa e hanno bisogno di raggiungere la terraferma per poter accedere a sicurezza, cure mediche e protezione.

Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking hanno condotto le loro prime operazioni di salvataggio rispettivamente 12, 16 e 17 giorni fa e hanno tenuto i centri di coordinamento dei soccorsi responsabili debitamente informati su tutte le fasi di soccorrimento in ogni momento; tra cui la segnalazione di pericolo, la valutazione del pericolo, il salvataggio stesso e tutte le fasi di richiesta di un luogo sicuro per i sopravvissuti.

Secondo le convenzioni marittime, un salvataggio è considerato concluso solo una volta sbarcati tutti i sopravvissuti in un luogo sicuro. È compito degli Stati responsabili della regione in cui viene prestata assistenza il coordinamento delle operazioni di salvataggio in mare, e sono altresì necessarie la cooperazione tra gli Stati costieri e l’attribuzione di un luogo sicuro dove sbarcare le persone soccorse. La maggior parte degli Stati membri dell’UE ha firmato queste convenzioni, compresi gli Stati costieri responsabili l’Italia e Malta.

Il silenzio di Malta e la mossa politica generale dell’Italia di ritardare lo sbarco dei sopravvissuti sta prolungando la sofferenza delle persone in cerca di sicurezza. L’attesa prolungata della designazione di un luogo sicuro è aumentata in modo preoccupante negli ultimi mesi. Inoltre, in conformità con il recente decreto del governo italiano relativo ad alcune navi, le autorità italiane hanno permesso lo sbarco solo ad alcuni dei sopravvissuti, andando dunque contro le suddette convenzioni marittime oltre ad essere semplicemente inaccettabile dal punto di vista etico, morale e della sicurezza.

Le persone a bordo delle nostre navi hanno vissuto eventi traumatizzanti durante il loro viaggio. Salvate da una morte imminente, hanno urgentemente bisogno di servizi medici specializzati. I lunghi periodi di attesa in mare hanno un impatto negativo sul benessere psicofisico delle persone precedentemente salvate da situazioni di pericolo in mare e sono inaccettabili dal punto di vista umanitario e legale.

Noi firmatari – in qualità di organizzazioni per i diritti umani e dei rifugiati, organizzazioni marittime e umanitarie, associazioni di beneficenza, organizzazioni di ricerca e soccorso e movimenti della società civile – siamo scioccati dalla mancanza di rispetto per la dignità e la sicurezza dei 573 sopravvissuti a bordo delle quattro navi da parte dell’Italia, di Malta e dei loro partner europei, che ancora una volta mettono a rischio la salute fisica e psicologica delle persone soccorse in mare.

Esortiamo pertanto l’Italia, Malta e gli altri Stati europei a:

  • Assegnare immediatamente un luogo sicuro e consentire l’immediato sbarco di tutti i sopravvissuti attualmente a bordo delle navi di soccorso Geo Barents, Humanity 1 e Ocean Viking in un luogo sicuro che richieda una deviazione minima dal viaggio delle navi e riduca al minimo il tempo di permanenza a bordo dei sopravvissuti, come richiesto dal diritto internazionale e marittimo.

Esortiamo la Commissione europea a prendere tutte le misure appropriate per:

  • Facilitare le discussioni tra gli Stati europei con l’obiettivo di far assegnare immediatamente un luogo sicuro.

Inoltre, per evitare che una tale situazione di emergenza si ripeta, chiediamo – ancora una volta – ai governi degli stati membri dell’UE e degli stati associati di lavorare congiuntamente, insieme alla Commissione europea per:

  • invitare gli Stati costieri dell’UE a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale e ad assicurare un coordinamento efficiente e tempestivo delle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, fino allo sbarco dei sopravvissuti;
  • stabilire un meccanismo prevedibile di sbarco dei sopravvissuti che garantisca uno sbarco tempestivo in un luogo sicuro, dove la sicurezza della vita dei sopravvissuti non sia più minacciata e i loro bisogni umani fondamentali possano essere soddisfatti;
  • istituire e attuare un programma europeo di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale che sia guidato dagli Stati.