G8 di Deauville: le ONG del CINI auspicano che il doveroso sostegno alle popolazioni del Nord Africa non si traduca in una diminuzione di attenzione e risorse per tutti gli altri paesi del sud del mondo, a cominciare da quelli dell’Africa Sub-Sahariana.

Roma, 27 Maggio 2011: “Le ONG del CINI – Coordinamento Italiano Network Internazionali – si augurano che i 40 miliardi di dollari annunciati per finanziare la nuova “Partnership di Dauville” non siano solo l’ennesima promessa che non verrà mantenuta e che siano risorse aggiuntive rispetto a quanto gli stati si sono già impegnati a stanziare per la lotta alla povertà nel mondo” dichiara Maria Egizia Petroccione, Portavoce del CINI. “Siamo favorevoli a questa iniziativa ma auspichiamo che il doveroso sostegno alle popolazioni del Nord Africa che lottano per la libertà e la democrazia non abbia come conseguenza una diminuita attenzione, e dunque minori risorse, per tutti gli altri paesi del sud del mondo, a cominciare da quelli dell’Africa Sub-Sahariana, che da troppo tempo aspettano che i G8 onorino gli impegni presi” continua Petroccione.
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L’Europa“gonfia”gli aiuti internazionali per oltre €5 miliardi nel 2010 perdendo di vista la “lotta alla povertà”

In contemporanea con il lancio in tutta Europa, è stato presentato oggi in Italia il quinto rapporto Aidwatch 2011, elaborato dalla Confederazione europea di ONG CONCORD. Il rapporto Aidwatch di quest’anno Sfida all’aiuto-egoista: allenare l’aiuto europeo alla lotta contro la povertà sostiene che:
– Nel 2010 gli Stati Membri della UE hanno rendicontato 5,1 miliardi di euro di aiuto gonfiato, pari a quasi il 10% degli aiuti complessivi forniti ai Paesi partner lo scorso anno. Di questi 2,5 miliardi di euro corrispondono alla cancellazione del debito, all’incirca 1,6 miliardi di euro per borse di studio e 1,1 miliardi di euro sono stati spesi nei Paesi europei per i rifugiati.
– L’Unione Europea resta il maggior donatore al mondo, ma nel 2010, solo nove Paesi hanno raggiunto gli obbiettivi di aiuto che si erano posti.
– L’aiuto allo sviluppo è sempre più dettato dall’agenda della politica interna, dall’immigrazione e dagli interessi commerciali.
Questa analisi è basata sui dati pubblicati in aprile dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Europea), che mostrano un aiuto europeo a quasi 55 miliardi di euro (0,43% del PIL), fallendo l’obiettivo ambizioso sottoscritto nel 2010 per 15 miliardi di euro.
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LA MORTE DEL PACIFISTA VITTORIO ARRIGONI NON RIMANGA UN SACRIFICIO VANO

Roma, 15 Aprile 2011 – Il CINI, Coordinamento Italiano delle ONG Internazionali, esprime il più profondo cordoglio e si unisce al dolore della famiglia e dei colleghi per la morte di Vittorio Arrigoni, attivista per i Diritti Umani  dell’International Solidarity Movement, rapito e ucciso questa notte a Gaza.

Vittorio Arrigoni era arrivato a Gaza nel 2008 per documentare i giorni dell’offensiva israeliana “Piombo Fuso”, da allora ha continuato a raccontare  la terribile realtà di quella terra, non solo da cronista ma anche da protagonista, sempre più impegnato a offrire soccorso alla popolazione palestinese. Ha partecipato a diverse azioni, tra cui la Freedom Flotilla, per portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e riportare l’attenzione deila comunità internazionale sui drammi della sua popolazione.

“Restiamo Umani” è l’adagio con cui firmava i suoi articoli e ci piace che le sue parole “ io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia che è la famiglia umana” rimangano nella memoria di tutti noi e servano da monito ad intensificare gli sforzi per costruire un mondo di pace e giustizia, più umano per tutti.

LOTTA ALLA POVERTA’: ITALIA, MAGLIA NERA DEGLI AIUTI, MANDA A FONDO L’EUROPA E IL G8.

Roma, 6 Aprile 2011 – I dati preliminari sullo stato dell’aiuto pubblico allo sviluppo dell’Italia, appena fatti circolare dall’OCSE, sono la dimostrazione del drammatico stato in cui versa la cooperazione allo sviluppo nel nostro Paese. L’aiuto italiano, stando ai dati forniti dall’OCSE/DAC, sarebbe scesa dallo 0,16% allo 0,15% del PIL, con una contrazione in termini reali rispetto al 2009 del 1,5%, ma del 35% rispetto al 2008.

Non solo l’Italia continua a mettere all’ultimo posto delle proprie scelte di bilancio l’aiuto pubblico allo sviluppo, ma questa scelta sta provocando l’allontanamento di tutta l’Unione Europea dagli obiettivi continentali: mentre l’aiuto UE sale del 6,7%, infatti, l’Italia si conferma fanalino di coda dei paesi dell’Unione, addirittura dopo la Grecia che, invece, nonostante le difficoltà di bilancio continua a destinare lo 0,17% de Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo. L’aiuto pubblico del nostro Paese in termini assoluti è pari a quello del Belgio  e della Danimarca.

Il contributo dell’Italia nella comunità dei Paesi OCSE donatori scende dal 3,9 % del 2008 al 2,5% nel 2010 con una contrazione del suo contributo più forte a livello UE dal 6,7% al 4,4%. Ossia l’Italia contribuisce sempre meno allo sforzo collettivo per l’assistenza allo sviluppo.

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I PROFUGHI A LAMPEDUSA: SOLO UN FATTO DI ORDINE PUBBLICO DA RISOLVERE CON LA RIMOZONE O UN DRAMMA DI DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO?

Roma, 4 Aprile 2011 – Non possiamo restare indifferenti agli avvenimenti sulla sponda sud del Mediterraneo, con il loro corteo di richieste di asilo e protezione da parte del nostro Paese, ma anche con i cortei di giovani nelle piazze che non bruciano bandiere a volto coperto inneggiando slogan antioccidentali, ma chiedono lavoro, democrazia e responsabilità politica diretta.
Essi purtroppo evidenziano con drammatica attualità le carenze della cooperazione internazionale dell’Italia che, in questi ultimi anni, ha sostanzialmente abbandonato questa importante componente delle politica estera per affidare le sue relazioni con i paesi arabi solo al commercio, in particolare di armamenti, ed agli accordi sul contenimento dell’immigrazione.
La tragedia di Lampedusa è stata ed anche oggi, in pieno scenario di guerra, gestita solo come fosse una emergenza di ordine pubblico e sanitario, non una emergenza umanitaria ma solo di sovraffollamento di località turistica gravemente vulnerata nella sua amenità da questa presenza sgradevole.

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CSO Development Effectiveness

Le reti italiane delle organizzazioni della società civile (CINI, Associazione ONG Italiane, e Link 2007) con il supporto scientifico e metodologico del Politecnico di Milano, hanno avviato un processo di consultazione per far sì che anche l’Italia partecipi al processo internazionale sull’efficacia della società civile negli interventi di sviluppo, promosso dal Open Forum for CSO Development Effectiveness.

Il 24 marzo 2011 a Roma, presso la “Sala Starlin Arush” in Via Aniene 26/A dalle 10:30 alle 16:30, si è tenuta  la Giornata Nazionale dell’Efficacia con la partecipazione di  tutte le ONG italiane. Un’occasione di approfondimento, riflessione e dibattito sull’efficacia della società civile. Ulteriori Informazioni e la documentazione sulla consultazione sono disponibili all’indirizzo internet  www.dabacu.polimi.it/web/ong.

Per consentire una più ampia e approfondita consultazione tutte le organizzazioni della società civile sono invitate a partecipare rispondendo a un breve Questionario e eventualmente integrandolo con proprie osservazioni e commenti sui temi oggetto della consultazione. Il questionario compilato deve essere inviato a efficaciaong@gmail.com

UE: il Parlamento vota a favore della TTF. E l’Italia?

Roma, 8 marzo 2011 – La campagna zerozerocinque accoglie con grande soddisfazione la decisione del Parlamento europeo che ha oggi approvato a larga maggioranza (529 favorevoli e 127 contrari) in plenaria una risoluzione in cui sostiene l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF). E’ di particolare importanza il fatto che il Parlamento ha segnalato che, nel caso in cui non si riuscisse a trovare un consenso a livello globale su questa proposta, l’Unione Europea dovrebbe andare avanti da sola. Secondo il testo della risoluzione, la TTF va adottata ”senza ulteriori ritardi”.

La campagna italiana per la TTF da tempo sostiene la fattibilità tecnica e gli enormi vantaggi che questa proposta comporterebbe, anche se introdotta unicamente nell’Unione Europea o nell’area euro. (1) Il voto di oggi è una conferma politica della massima importanza ai numerosi elementi tecnici che sostengono questi argomenti. Una TTF europea costituirebbe anche un segnale di grande forza per una sua successiva introduzione su scala globale.

Il governo italiano fino a oggi ha sostenuto che la tassa si potrebbe implementare unicamente su scala globale. Il nostro Paese, anche alla luce del voto odierno in Europa, è ora chiamato a fare la sua parte, e a seguire l’esempio della Germania, della Francia e delle altre nazioni europee che da tempo sostengono con forza l’introduzione in tempi brevi della TTF, per frenare la speculazione selvaggia e la finanza casinò e per generare risorse da destinare al welfare, alla cooperazione internazionale, alla lotta contro i cambiamenti climatici.

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L’appello per la Tassa sulle Transazioni Finanziarie

La finanza speculativa sposta montagne di soldi. Non costruisce nemmeno una vite, ma 24 ore su 24 cerca solo il massimo profitto. Il valore degli scambi di “titoli” è immenso, rispetto a quello dell’economia che “fa le cose”. Per fare solo un esempio, pensiamo alle valute: nell’economia reale si scambiano 15.000 miliardi di dollari all’anno, nel mondo finanziario 4.000 al giorno!

Noi cittadini stiamo pagando un prezzo altissimo per la crisi. Il nostro denaro è stato investito in un “casinò finanziario” per la ricchezza di pochi. E mentre sono stati usati soldi pubblici per tappare le falle create proprio dall’irresponsabilità degli speculatori, la speculazione finanziaria è già ripartita. Intanto noi stiamo ancora aspettando leggi sulla finanza per evitare una nuova crisi.

FIRMA QUI L’APPELLO!

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CRISI MEDITERRANEO: LA VOCE DELLE ONG

Roma, 3 febbraio 2011 – I recenti avvenimenti nei  paesi sulla sponda sud del Mediterraneo non ci hanno colto di sorpresa.
Da anni presenti e impegnate come organizzazioni non governative nella cooperazione con molte realtà locali, già conoscevamo le tensioni e le minacce alla stabilità dell’area provocate ovunque – come dimostra l’effetto domino che si è innescato – da peggiorate condizioni di vita, dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari di base, dalla disoccupazione, dalla corruzione  e da metodi di governo autoritari e repressivi.

Dalla Tunisia all’Egitto, dall’Algeria allo Yemen, la popolazione sta infatti protestando contro la povertà, ma anche contro l’assenza delle libertà fondamentali e contro sistemi politici corrotti e oppressivi.
A tutto ciò non sono estranei i nostri paesi e l’Europa, che hanno basato il mantenimento della stabilità dell’area sul sostegno a regimi autoritari per garantire la nostra sicurezza contro il terrorismo, il fondamentalismo e il crescente fenomeno dell’emigrazione, ma che hanno tuttavia così contribuito a creare  le condizioni stesse dell’instabilità regionale.

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