ONG E IMPRESE: UN DIALOGO POSSIBILE PER GLI OBIETTIVI POST 2015

Convegno ONG e Imprese

Il 30 settembre si è tenuto a Trento presso il Palazzo della Provincia l’evento “ONG e imprese: un dialogo possibile per gli obiettivi post 2015” organizzato dall’Alleanza delle Cooperative italiane in collaborazione con la Direzione Generale della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e la Provincia Autonoma di Trento ed in partnership con le reti di ONG – CINI, AOI e LINK2007,  all’interno del ciclo di incontri promossi dalla Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea. All’evento hanno partecipato rappresentati istituzionali specializzati, della società civile e del sistema imprenditoriale italiano ed europeo.

In rappresentanza delle ONG è intervenuta Maria Egizia Petroccione, Portavoce del CINI, la quale ha sottolineato come “la partecipazione del settore privato profit alla Cooperazione deve essere coerente con i principi ispiratori e le finalità della Cooperazione quindi contribuire a ridurre la povertà e le ineguaglianze, promuovere e rispettare i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la giustizia economica e sociale. Per questo occorre definire a livello internazionale, europeo e italiano, dei criteri chiari e vincolanti, con degli indicatori altrettanto chiari, che consentano di misurare l’impatto reale degli interventi rispetto alla riduzione della povertà, il rispetto dei principi di efficacia dello sviluppo e il rispetto dei diritti umani.”   Leggi l’intervento integrale  ONG e IMPRESE Trento 30 Sett 2014

Concept Note Trento 30 sett 2014

Commenti e proposte del CINI per le Linee Guida sulla Riforma del Terzo Settore

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Roma, 13 Giugno 2014 – Il CINI, Coordinamento italiano delle ONG internazionali, ha accolto molto positivamente l’iniziativa del Governo di intraprendere in tempi rapidi una riforma organica del Terzo Settore (http://www.governo.it/governoinforma/dossier/terzo_settore_linee_guida/) e condivide pienamente l’importanza di sostenere e valorizzare le tante energie positive e propositive che ne fanno parte. Una riforma di questa natura deve essere intrapresa insieme a tutte le anime del Terzo Settore, attraverso le forme di rappresentanza che si è dato, come riconoscimento della sua essenziale caratteristica di autonomia dalla società politica.

Il CINI ha aderito all’iniziativa del Governo redigendo un proprio Documento dal titolo “Commenti e proposte del CINI per le Linee Guida sulla Riforma del Terzo Settore”.
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HLM GPDEC Mexico City: le conclusioni ed il comunicato finale

pre-event_photo_storyContributo di Gemma Arpaia, Coordinatrice Task Force della Società Civile
Roma, 24 Aprile 2014 – Oltre 200 organizzazioni della società civile (CSO) hanno partecipato alla prima riunione ad alto livello (HLM) del Partenariato Globale per un’Efficace Cooperazione allo Sviluppo (GPEDC) e hanno sfidato tutti gli stakeholders a prendere impegni più stringenti.
Due anni dopo il Forum ad alto livello di Busan sull’efficacia degli aiuti ( HLF4 ), il Global Monitoring Report è stato presentato a Mexico City: il report, che comunque copre soltanto 42 paesi, ha mostrato che i progressi nella implementazione dei principi concordati a Busan sono stati lenti e non sempre soddisfacenti. La rete della società civile per l’efficacia (CPDE) riconosce che la HLM ha fornito uno spazio per il dialogo multi-stakeholder su temi chiave quali lo sviluppo inclusivo e l’eliminazione della povertà, la mobilitazione delle risorse interne, la cooperazione Sud-Sud, il partenariato inclusivo, il ruolo del privato nello sviluppo, ma il comunicato finale dell’HLM è il risultato di sforzi di mediazione tra i vari soggetti del partenariato, e non ci avvicinano agli obiettivi di efficacia dello sviluppo. Le CSO hanno spinto per impegni forti e misurabili, e contestato diversi punti durante le consultazioni.
All’HLM si sono ribaditi gli impegni in materia di sviluppo inclusivo, lo svincolo degli aiuti, la country democratic ownership, l’uso dei sistemi nazionali dei recipients; spazio ed approfondimento sono stati dati alla mobilitazione delle risorse interne dei paesi per una maggiore imposizione fiscale progressiva;  la parità di genere e l’empowerment delle donne, e il riconoscimento delle CSO come attori di sviluppo indipendenti sono stati riaffermati,  ma non sono elementi nuovi.  L’incapacità di impegnarsi in ulteriori questioni e a darsi tabelle di marcia e scadenze lascia preoccupati.

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Nota sintetica al Ddl sulla Cooperazione allo Sviluppo dell’Italia (Audizione in Commissione Esteri del Senato, 20 Marzo 2014)

E’ stata presentata alla Commissione Esteri del Senato durante l’audizione del 20 marzo 2014 una nota sintetica a cura dalle reti AOI-CINI-LINK2007 che contiene commenti e proposte ai disegni di legge sulla Cooperazione allo Sviluppo dell’Italia (Ddl n.1326).

Le organizzazioni da noi rappresentate hanno accolto con favore l’approvazione da parte del Governo del disegno di legge volto a dare una nuova disciplina alla cooperazione internazionale del nostro Paese. La legge n.49/1987 necessita da tempo di seri aggiornamenti ed aggiustamenti per mettere l’azione dell’Italia al passo con i rapidi mutamenti politici ed economici internazionai e con i nuovi indirizzi della cooperazione espressi nei consensi internazionali. E’ una riforma di cui si discute da molti anni, che è auspicabile il Parlamento possa realizzare in tempi brevi, facendo tesoro dell’ampio dibattito e delle ampie consultazionii della legislatura precedente. Occorre infatti restituire alla cooperazione internazionale allo sviluppo il suo valore nelle relazioni internazionali dell’Italia, riconoscendone il carattere di irrinunciabile investimento per il nostro Paese e per il futuro del mondo globalizzato, oltre che di preciso dovere etico di solidarietà. Il DDL n.1326 a nostro avviso presenta alcune carenze che, se non corrette, rischiano di contraddire la volontà espressa per un forte cambiamento, funzionale alla nuova visione dei rapporti internazionali e alle nuove strategie e modalità di attuazione della cooperazione. Queste criticità possono essere facilmente superate, con un miglioramento puntuale del testo per renderlo piu’ coerente ed inequivocabile, salvaguardando l’apertura ai cambiamenti europei ed internazionali in materia di cooperazione allo sviluppo e la necessità di non introdurre nella legge materie che devono essere oggetto di successivi interventi normativi.
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Agenda politica in 10 punti per la Cooperazione

10 Punti per la CooperazioneNei mesi di gennaio e febbraio 2013, il CINI insieme ad un significativo gruppo di organizzazioni della società civile, ha promosso un Appello rivolto alle istituzioni e alla politica e intitolato “La Cooperazione internazionale allo Sviluppo: tessuto connettivo della comunità globale”. In totale hanno aderito al nostro Appello quasi 50 Candidati tra Camera e Senato, provenienti da 7 diversi schieramenti politici tra cui il Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Scelta Civica con Monti per l’Italia e Unione di Centro. Oltre alle adesioni individuali alcuni partiti nel loro insieme hanno aderito e si sono impegnati a perseguire questa vera e propria agenda politica in dieci punti per la Cooperazione: il Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Scelta Civica con Monti per L’Italia. I Candidati, ora divenuti Senatori e Deputati, hanno assicurato il loro forte impegno, ciascuno con la propria sensibilità, per realizzare le dieci proposte. Tra le numerose idee emerse dal dibattito la principale ci pare essere la creazione di un Gruppo interparlamentare (Camera e Senato) dedicato alla Cooperazione allo Sviluppo. I parlamentari che hanno aderito all’Appello potrebbero costituire la base di questo gruppo trasversale.

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La Cooperazione Internazionale allo Sviluppo: Tessuto Connettivo della Società Globale

Appello delle organizzazioni della società civile alle istituzioni e alla politica

Nel mondo attuale diritti, responsabilità, interessi, assumono dimensioni globali, facendo sparire la distinzione tra istanze nazionali e processi internazionali. Per questo crediamo che qualsiasi partito o coalizione sia chiamata a governare l’Italia nella prossima legislatura debba attuare una migliore e più coerente politica globale di sviluppo. In quanto organizzazioni della società civile impegnate nella lotta all’ingiustizia, nella promozione di un mondo più equo e sostenibile,  nell’affermazione della pace, della coesione sociale, dei diritti delle donne e delle bambine, nei partenariati condivisi, chiediamo che la cooperazione internazionale allo sviluppo diventi la componente qualificante delle relazioni internazionali dell’Italia, più che l’impiego delle nostre forze militari all’estero. Le politiche per i diritti umani, la solidarietà, l’equità, la sostenibilità e la pace devono divenire elementi centrali della strategia internazionale dell’Italia, con chiare priorità geografiche e tematiche, promuovendo la partecipazione di tutti gli attori, pubblici e privati, legando strettamente le politiche e le pratiche nazionali a quelle dei territori: perché questo sistema di relazioni e di soggetti impegnati nella solidarietà e cooperazione internazionale è la forza reale del nostro Paese. L’Italia può e deve compiere una trasformazione culturale aprendosi alle sfide globali, dotandosi di una cooperazione internazionale allo sviluppo più attuale  ed efficiente, che assicuri la coerenza, il coordinamento e l’efficacia delle politiche.
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La Tassa sulle Transazioni Finanziarie all’italiana? È solo un punto di partenza

La Campagna ZeroZeroCinque:  per la prima volta in Italia viene introdotta una tassa sulle transazioni finanziarie ma questa norma non può bastare per contrastare efficacemente la speculazione finanziaria e la finanza casinò.

Roma 21.12.2012 –  Con l’approvazione della legge di stabilità, arriva l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie, ma con la nuova formulazione “minimalista” presentata dal Governo in corso di dibattito parlamentare, che ha chiaramente ceduto alle  pressanti richieste delle lobby finanziarie, tese a ridurre l’efficacia di applicazione di questa tassa. Il tutto è avvenuto nel giro di  poche ore, complice la frenetica accelerazione del dibattito parlamentare di fronte a un Governo dimissionario, che ha annullato di fatto quell’opportuno confronto parlamentare richiesto dalla Campagna ZeroZeroCinque, sostenuta da oltre 50 organizzazioni della società civile (sindacati, ong, associazioni di cittadini). La TTF è stata presentata dal premier Monti come una tassa anti-speculazione, ma guardando nel dettaglio le norme adottate, si notano molti rilevanti limiti.

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Dare seguito al Forum della cooperazione internazionale

Le Ong italiane si rivolgono al Parlamento e alle Forze politiche

Il Forum
Roma, 23 Ottobre 2012 – Si è chiuso il Forum della cooperazione internazionale voluto dal Ministro Riccardi. Ha avuto il grande merito di riportare l’attenzione politica e mediatica sull’inderogabile necessità per l’Italia di aprirsi al mondo, superando introversioni e guardando i grandi cambiamenti della globalizzazione per potere costruire il futuro. E’ riuscito anche a coinvolgere, sia nella preparazione che nell’adesione, un ampio numero di attori, pubblici e privati, profit e non profit, singole persone interessate, molti giovani. Una significativa occasione di incontro e confronto di cui si sentiva la necessità, data la consapevolezza del carattere globalizzato dei problemi e delle risposte da fornire, che rendono in parte superata la vecchia distinzione tra dimensione interna e internazionale.
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La Cooperazione internazionale allo sviluppo che vogliamo

In occasione del Forum della cooperazione internazionale che si terrà a Milano l’1 e 2 ottobre 2012, il CINI, l’Associazione delle Ong italiane e Link 2007 presentano una nota congiunta sul tema “La cooperazione internazionale allo sviluppo che vogliamo”. Il documento è nato in seno alla conferenza “La cooperazione italiana dell’Italia: una risorsa da valorizzare, modernizzare, rilanciare”, promossa il 1° marzo 2012 dalle Ong italiane, insieme a Forum del Terzo Settore e altre organizzazioni della società civile. In quell’occasione un documento di analisi e proposte venne presentato al Ministro della cooperazione internazionale e dell’integrazione, al Ministero degli Esteri e a rappresentanti delle forze politiche e del Parlamento. Questo nuovo documento, “La cooperazione internazionale che vogliamo”, riprende e attualizza il precedente, al fine di fornire elementi di approfondimento al Forum della cooperazione internazionale. La nota verrà presentata nel corso della tavola rotonda “La risposta dell’Italia” in programma martedì 2 ottobre, ore 9, al Piccolo Teatro Streheler di Milano.
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Rapporto AidWatch 2012

Il totale dell’investimento europeo per la lotta alla povertà,  gli obiettivi del Millennio e lo sviluppo sostenibile è stato nel 2011 di 53 miliardi di Euro. Nove Paesi, Lussemburgo,  Svezia,  Danimarca,  Paesi Bassi, Gran Bretagna,  Malta, Belgio,  Irlanda,  Finlandia hanno mantenuto lo stanziamento finanziario al di sopra dello 0,5% del PIL, tenendo fede agli impegni assunti. Germania e Francia sono di poco al di sotto dello 0,5%,  pur rimanendo in posizione di rilievo. Undici Paesi europei hanno invece tagliato i finanziamenti rispetto al 2010 e la più alta diminuzione è stata quella di Spagna (-53%) e Italia (-38%).
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